UN ANNO DI NULLA

Oggi, 18 marzo, e' passato un anno esatto da quando i mezzi militari, nottetempo, attraversavano Bergamo per trasportare decine di bare in altre localita' in quanto i forni crematori e i cimiteri cittadini erano intasati oltre misura. Quelle tragiche foto hanno fatto il giro del mondo facendoci piombare tutti nel piu' devastante girone dantesco che avessimo mai potuto immaginare. Eravamo tutti in zona rossa, in quel momento ci sentivamo tutti uguali, tutti inermi di fronte a questo virus che ci travolgeva le esistenze. C'e' stato un impeto di amore patrio, la gente cantava e suonava dai balconi, in fondo eravamo tutti nella stessa barca, tutti chiusi, tutti a casa a far fronte unico di fronte al bastardo. E' passato un anno da quei giorni, siamo di nuovo in zona rossa ma il clima sociale e' cambiato in modo radicale. Si pensava che il sole della scorsa estate si sarebbe portato via tutto, cosi' non e' stato. Abbiamo perdonato gli errori di un governo chiaramente inadeguato, come tanti altri nel mondo, a gestire un momento tanto delicato, nella speranza che imparasse, imparassimo tutti dagli errori. Invece di fare chiusure a zone, si e' preferito chiudere le categorie col risultato che c'e' gente che, pur con alcune limitazioni, ha sempre potuto lavorare mentre ci sono settori, il mio come quello artistico, che sono stati infilati sotto una pietra tombale e lasciati li' per mesi e mesi. Si e' dato spazio ad un delirante comitato tecnico scientifico, a incapaci come Speranza, Franceschini, Spadafora, Boccia che hanno fatto tabula rasa di intere categorie professionali, promettendo ristori che non sono mai arrivati, privando 18 milioni di italiani della possibilita' di innalzare le difese immunitarie tramite lo sport. Questi sono crimini di cui prima o poi quella gentaglia dovra' rispondere. Un anno di nulla, di chiusure alla cazzo, liberi tutti, chiusi alcuni mentre altri no, un anno di figli e figliastri che ha sbriciolato quel sentimento di unita' nazionale cosi' vivo soltanto 12 mesi fa. Ora arriva la bella stagione, c'e' il turismo da salvare, vedrete che improvvisamente il virus diventera' meno invasivo e i vaccini la panacea contro ogni male. La foto di un parco giochi chiuso e' la perfetta immagine di una tragica sconfitta. Di tutti.

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