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GIORNALISTI DI GUERRA

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Questo non vuole essere un pezzo sulla guerra, ne girano gia' troppi, vogliono soltante essere poche righe per mettere in risalto un aspetto che forse a qualcuno puo' essere sfuggito. Il parallelo fra generali e giornalisti italiani. Mi e' capitato di vedere interviste o di leggere articoli di generali del nostro esercito, sopratutto in pensione ma con una importante carriera alle spalle riguardante incarichi avuti negli anni in zone molto calde del pianeta. Gente che sa cos'e' la guerra, che l'ha vissuta, ci e' passato e ne conosce gli orrori. Per questa ragione sono i primi ad auspicare una soluzione negoziale del conflitto, le loro argomentazioni sono finalizzate a far capire alla gente la mostruosita' della guerra, loro che sono stati soldati hanno voce assolutamente in capitolo. Poi ci sono i giornalisti nostrani, vedevo l'altro giorno una vignetta che riportava come in Italia si vendano piu' giornalisti che giornali. Questi “giornalisti”, c

AMICO

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Una delle cose che caratterizzano, in peggio, i tempi che stiamo vivendo e' la metamorfosi che per molti ha trasformato la parola AMICIZIA in qualcosa di differente. Vengo da un mondo in cui, da ragazzi, ci si ritrovava ad uscire in 40 persone, alla fine rischiavi di non andare da nessuna parte perche' era complicato mettere tutti daccordo ma si stava comunque insieme tutta la serata, era bellissimo. Nel 1982 (foto) con alcuni di loro fondammo una squadra di calcio amatoriale ispirata all'Aston Villa che in quell'anno vinse l'allora Coppa dei Campioni. Nel marzo del 2022 la squadra ha compiuto 40 anni, giocando come sempre, del gruppo originale siamo ancora in 6, tutti intorno ai 60 anni a cui si sono aggiunti alcuni figli. Chi non gioca piu' per motivi fisici e' comunque rimasto a far parte del gruppo partecipando a cene, passeggiate in montagna, zingarate ai rifugi. Lo sport ci ha tenuto insieme, credo che le amicizie VERE siano quelle nate quando eravamo

TORINO

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Abito in un bel posto della bassa Val Susa da quasi 20 anni ma sono e resto un torinese purosangue. Nato e cresciuto in un quartiere periferico con grandi casermoni da Socialismo reale, frutto di quella che una volta veniva chiamata edilizia popolare. Non si puo' dire che quei quartieri all'epoca fossero esattamente delle meraviglie, forse per abbellirne il grigiore si tendeva a dare alle vie il nome di fiori. Torino, nell'immaginario collettivo, e' sempre stata vista come una citta' dove la cosa piu' divertente da fare fosse lavorare, Mussolini ci venne una sola volta in 20 anni e fu sbeffeggiato dagli operai della Fiat, non a caso la chiamava “La bastarda citta' francese”. Il centro di Torino in realta' e' sempre stato bello, seconda come km di portici solo a Bologna ha sempre avuto quel fascino un po' francese e molto sabaudo, un fascino rigoroso, austero, serioso. Le lunghe vie dritte coi nomi dei Savoia, i giardini, i parchi con piu' ver

IL PAPA

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  Per chiunque in questo paese abbia una visione non dico progressista o addirittura di sinistra ma anche solo moderata degli eventi che stanno sconvolgendo il mondo resta, purtroppo, soltanto un punto di riferimento. Papa Francesco. Chiarisco subito il mio ateismo, rispetto tutte le religioni ma ho una visione molto pragmatica della vita. Molti sostengono che Dio sia in cielo, Jury Gagarin ha detto “sono stato lassu' ma non ho visto nessun Dio”. Mi fido di Gagarin come del lavoro di ogni scienziato che cerca una spiegazione logica alla nostra esistenza. Quindi se un ateo indica come riferimento il capo della chiesa Cattolica allora vuol dire che molte, moltissime cose non vanno come dovrebbero. Giorni fa il Pontefice ha definito una vergogna l'innalzamento al 2% delle spese militari nel pil di molti paesi europei, si e' trattata di una voce autorevole ma quasi solitaria in un contesto in cui mi sembrano tutti impazziti generali da salotto. Le elezioni dei Papi sono sempre

TOGLIERE

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Quando avevo poco piu' di 20 anni iniziai la mia lunga ed ancora in atto parabola di lavoro nei villaggi turistici. Un mio vecchio capo villaggio dell'epoca, sui 45 anni, mi disse una cosa che mi rimase impressa, non so per quale ragione perche' in realta non la capii bene subito. Mi disse che da una certa eta' in poi, fermo restando la assoluta esigenza di avere piu' progetti che ricordi, occorre iniziare a “togliere” invece di “aggiungere”.  Quando sei piu' giovane in effetti tendi a mettere di tutto in quello che e' lo “zaino” della tua vita, sei appunto in una eta' in cui ti ritieni in grado di gestire tutto, oppure di fottertene di tutto. Poi quando arriva l'eta' del dattero capisci che invece bisogna “togliere” cose da quello zaino lasciando dentro solo cio' che veramente e' importante. Da qualche anno lo sto' facendo e...funziona.  Mi sono tolto di torno persone inutili, negative, profeti di sventura vari, gente che ti frequent

FRONTIERE

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Premetto che il mio pensiero e' che le frontiere neanche dovrebbero esistere, il mio essere e sentirmi italiano non ha nulla a che vedere con un confine nazionale, dipende da educazione, storia, cultura, legami col territorio ecc... Oggi tutti parlano di un mondo sempre piu' vicino e piccolo ed in parte e' vero, quando ero ragazzo al massimo comunicavo col coetaneo della via adiacente alla mia, i ragazzi oggi possono parlare con altri ragazzi dalla parte opposta del mondo con un semplice clik. Proprio per questo risalta all'occhio come, almeno da quando ho memoria, non ricordo 2 stati che si siano fusi in uno pacificamente ma ho decine di esempi di nazioni che si sono scisse, divise, separate. Invece che abbattere frontiere se ne edificano ogni giorno di nuove. Giusto per rimanere negli ultimi decenni dall'Urss si sono formate 15 nazioni, 30 milioni di russi, giusto per fare un esempio che riporta ai tragici fatti odierni, si sono ritrovati prigionieri in altri paes

IPOCRISIA

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Ho gia' scritto un pezzo sulla figura barbina che la nostra stampa sta facendo durante questa guerra maledetta. Bombardamenti che in realta' sono videogame (purtroppo poi pero' ci sono quelli veri) , giornaliste in pieno assetto di guerra mentre dietro a loro paciose signore girano con la busta della spesa, ospedali fatti saltare che poi funzionano normalmente e via discorrendo. Nulla che noi, antichi frequentatori di Cuba, non abbiamo visto riferiti alla nostra isola. E' in atto il ballo dell'ipocrisia, viene chiesto ad artisti russi, incolpevoli su cio' che sta accadendo, di ripudiare il proprio paese per non perdere opportunita' professionali. Viene sospeso alla università Bicocca di Milano un corso su Dostoevskij tenuto da un docente italiano, poi riattivato a seguito della protesta di tutti i docenti in rete. Tanto vale allora bruciare tutti i libri di Tolstoj e di Puskin. Vengono cancellati tutti gli eventi sportivi in Russia e Bielorussia i cui atleti