CESARE PAVESE

 

Il 27 agosto e' ricorso l'anniversario numero 70 della morte di Cesare Pavese. Si suicido' nel 1950, in un alberghetto di Torino con dei sonniferi, vicino alla stazione di Porta Nuova, era destino che la cosa capitasse vicino ad un luogo in cui la gente parte, anche lui avrebbe voluto partire ma un po' per la guerra, molto per altri motivi non ando' quasi mai da nessuna parte. Sotto il fascismo si fece un periodo di confino a Brancalone Calabro, dopo la guerra, sopratutto dopo il suo suicidio fu accusato di essere stato sempre troppo tiepido col regime, di non essersi mai schierato apertamente malgrado le sue mai nascoste simpatie Comuniste. Scrisse anche un libro se vogliamo politico; “Il Compagno” che francamente fu una delle sue opere non riuscite benissimo. Nel suo rimanzo La luna e' i falo' ma anche nel Mestiere di vivere si pose il problema dei morti repubblichini e questo gli provoco' 

molte inimicizie nell'ambito letterario successivo al conflitto mondiale. L'ho amato da subito, fin da ragazzo, senza riserve. Certo non mi sono mai riconosciuto nel suo pessimismo, nel suo
essere stato un ragazzo imbranato e problematico ma nei suoi romanzi c'era tutto il suo, il mio Piemonte e la
piemontesita' che ne consegue. Un'altra delle accuse che gli furono rivolte anche da parsonaggi come Pasolini e Moravia fu di provincialismo intellettuale. Non e' forse la cosa che hanno sempre detto di noi piemontesi quella di essere dei provinciali? Probabilmente il tipico riserbo sabaudo, quella voglia di non fare gli sboroni anche quando potremo permettercelo ha fatto in modo che molta gente confondesse discrezione con timidezza, circospezione con provincialismo. Pavese e' stato, senza ombra di dubbio, uno dei piu' grandi scrittori del 900', fu anche uno dei pochi che comprese la vera natura del mito americano grazie alla sua passione per i
classici d'oltremanica oltre che una buona padronanza della lingua. E' provincialismo questo? Lo portai all'orale alla maturita' e se non sbaglio allo scritto scelsi di commentare un suo libro, credo proprio La Luna e' i falo'. Era cosi' piemontese che nel biglietto che lascio' sul comodino prima di suicidarsi scrisse “Mi raccomando, non fate pettegolezzi”.

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