QUASI FATTA

Ieri sera ho visto la vittoriosa partita della nostra nazionale di calcio contro la Lituania, paese che rappresentava, nel basket, quasi tutta la nazionale sovietica ma che nel calcio vale poco piu' di S.Marino. Avevo visto anche i due precedenti incontri con la Bulgaria e la Svizzera finiti con discussi pareggi. Pareggi che avevano scatenato una serie di polemiche in un paese dove ci sono 60 milioni di persone che alternativamente sono virologi ed allenatori di calcio a seconda del periodo. Chi pero' pratica o ha praticato in modo serio ed attivo uno sport sa come funzionano le cose. Abbiamo vinto un campionato europeo essendo la squadra che giocava meglio, non succede quasi mai. Non eravamo i migliori sulla carta nel 1982 e nel 2006 ed abbiamo vinto i mondiali, lo eravamo ad Italia 90 e non abbiamo vinto. Nello sport interagiscono mille fattori, la fortuna e' uno di questi, quando vinci un europeo con 2 partite finite ai rigori non puoi non tenere in considerazione l'intervento della dea bendata, la stessa dea che pareva averci abbandonato nelle 2 precedenti partite di queste qualificazioni mondiali. Due partite dove Donnarumma non ha mai visto il pallone al di la di un gol preso da 2 metri, 2 partite che se finivano 3-0 per noi nessuno avrebbe avuto niente da ridire. Certo abbiamo il problema del centravanti che non e' comunque mai favorito dal gioco di Mancini ma ci sono partite, chi gioca lo sa, in cui puo' restare in campo 6 ore e la palla non entra mentre c'è ne sono altre dove il primo tiro sbilenco finisce in fondo la sacco. Ieri sera al di la della pochezza degli avversari il primo gol nasce da un retropassaggio sbagliato mentre il secondo da un autorete tutte situazioni che nelle precedenti 2 partite non si erano viste. Ora vedo che gli stessi che lapidavano Immobile o il Gallo esaltano Raspadori e Kean che indubbiamente hanno portato una ventata di freschezza ma...CALMA, apettiamo partite contro avversari piu' impegnativi prima di dare giudizi. Detto questo...e' quasi fatta!


«L'essere umano vive in città, mangia senza fame e beve senza sete, si stanca senza che il corpo fatichi, rincorre il proprio tempo senza raggiungerlo mai. È un essere imprigionato, una prigione senza confini da cui è quasi impossibile fuggire. Alcuni esseri umani però a volte, hanno bisogno di riprendersi le proprie vite, di ritrovare una strada maestra. Non tutti ci provano, in pochi ci riescono».
Walter Bonatti


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