VITTORIE DA NON SPRECARE

Le vittorie dei nostri atleti alle Olimpiadi di Tokyo non devono mascherare le lacune che il nostro sport, sopratutto quello di base si porta dietro da decenni. Intanto pero' fatemi sottolineare con immenso piacere la multietnicita' della spedizione italiana, lo sport ancora una volta e' due passi avanti rispetto alla societa' civile. Spero che questi successi italiani arrivati da chi ha origine nei 5 continenti faccia capire ai soliti decerebrati di turno che non essitono razze ma semplicemente persone. Mauro Berruto, ex ct della pallavolo maschile (dopo il suo esonero la nazionale non ha piu' combinato nulla di serio) e del tiro con l'arco ha sottolineato come queste vittorie devono essere il viatico per un cambio VERO nella percezione dello sport nel nostro paese. La chiusura degli impianti sportivi luoghi che sono autentici presidi di salute, a causa dell'incapacita' di un inutile ministro, durante la pandemia sono una vergogna che ci porteremo dietro per anni. Ora occorre che la parola SPORT entri in costituzione generando un diritto, che l'educazione fisica entri seriamente nella scuola primaria e che arrivino politiche pubbliche di sostegno alle attivita' di base che ora sono lasciate bellamente al loro destino. Le Olimpiadi possono fare miracoli, amo sempre ricordare come Torino per le Olimpiadi invernali cambio' completamente il suo volto e che di questo cambio continuamo a beneficiarne anche oggi a lustri di distanza dall'evento. Ora queste vittorie olimpiche siano la spinta, il motore per un reale cambiamento sopratutto nei confronti dello sport di base, abbandonato a se stesso e alla buona volonta' di allenatori, societa'e genitori da decenni. Un ragazzo che cresce facendo sport e' un ragazzo che matura sano e con dei valori, deve poterlo fare anche se la famiglia non ha i mezzi per sostenerlo economicamente. Lo sport deve essere POPOLARE e non elitario a beneficio dei soliti che possono pagarselo.

«Lo sport sano è incompatibile con il consumismo e lo spreco, che è alla radice dell'attuale e irreversibile crisi economica e sociale del mondo globalizzato»

Fidel Castro 


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