POLITICAMENTE SCORRETTI


La notizia dell'ingaggio da parte della Roma di Jose' Mourinho e' stata un fulmine a ciel sereno perche' nessuno se l'aspettava. Trattasi di grande colpo mediatico da parte della squadra della capitale che ha assoluto bisogno di un rilancio dopo una annata deludente. Ho sempre avuto un debole per Mou, Guascone vero, per qualcuno arrogante ma ho sempre amato, in ambito sportivo e musicale, i personaggi un po' fuori dagli schemi. Poi capisco che c'e' chi preferisce il campione politicamente corretto; Federer, Del Piero, Hamilton, Moses, gli esempi potrebbero essere infiniti. D'altro canto non a caso c'era chi amava i Beatles e chi i Rolling Stones, erano scelte a tutto tondo, non soltanto musicali. Da noi chi amava i Pooh era difficile che andasse ad un concerto della Pfm. Mi piacciono questi personaggi guasconi, a patto che la loro storia, i loro curriculum e sopratutto le loro vittorie glielo consentano, altrimenti si rischia di scivolare nel ridicolo. Mc Enroe che insulta il mondo e' rompe la racchetta faceva parte del
personaggio, talento puro, se lo fa Fognini beh...mi sembra una cosa fuori luogo. Una gara di Bolt era uno show dall'inizio alla fine, quando vedo Tamberi gareggiare con mezza barba fatta la prima cosa che mi viene in mente e' “questo dove cazzo va? Chi e'?”. Maradona era Maradona e poteva fare...Maradona, vedere Balotelli fare il fenomeno mette sopratutto tristezza. Molti sostengono che i campioni dovrebbero essere tali sempre anche al di fuori del contesto sportivo ma non e' sempre cosi', forse e' giusto che non lo sia. Tornando su Maradona, fuori dal campo ne ha fatte piu' di Bertoldo in Francia ma sul campo e' stato probabilmente il piu' grande di tutti i tempi. La musica poi ci regala mille esempi simili. Mercury, Morrison, Cash, Joplin e tanti altri non erano certo delle educande ma poi...salivano sul palco ed il mondo cambiava. Forse Mou aveva bisogno di lasciare la nebbia e la pioggia inglesi per approdare fra i leoni del Colosseo, non avra' vita facile ma difficilmente riesco a pensare ad un posto piu' adatto a lui. Ampliando il discorso al mio Toro...Sinisa tutta la vita! Meraviglioso quando ha invitato i tifosi della seconda squadra cittadina a dargli dello zingaro in faccia indicando esattamente l'hotel dove viveva...ovviamente non si e' presentato nessuno. Poi sono arrivati “piangina” Mazzarri e “gufo triste” Giampaolo piu' politicamente corretti, ed e' andata come e' andata.


“Mio padre faceva il camionista, è morto di tumore ai polmoni. Quando se n’è andato io non c’ero. Ci penso tutti i giorni. Lo im­ploravo di venire in Italia ma volle restare nel suo Paese. Vor­rei potesse vedere come sono cresciuti i suoi nipoti. Un sogno? Il mio è impossibi­le: poterlo riabbracciare. Mia madre invece mi guar­da ancora con gli stessi occhi di quando ero bambino. Lei non parla l’italiano e i miei figli poco il serbo. Ma ogni volta che viene a trovarci a Roma e vedo come li guarda, capisco che l’amore non ha bisogno di parole... I riccioloni di quando ero ragazzo hanno la­sciato il posto ai capelli bianchi. Si sono pure diradati, e ora li di­fendo come prima coprivo i miei portieri. Eppure per l’energia e l’entusiasmo, me ne sento 20 in meno. Anche se certe volte pen­so di averne 150, per tutto quel­lo che ho già vissuto. L’adole­scenza in Serbia, la carriera e le tante città, sei figli, la povertà, i successi. Ma anche le guerre, le ferite, le lacrime... Oggi se mi guardo indietro posso dirlo: Sinisa, quanta vita hai vissuto...».

[Sinisa Mihaijlovic]


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