LA SUPERLEGA DELLA SUPERCAZZOLA

La superlega della supercazzola e' durata quanto un gatto in tangenziale o una fidejussione di Cimminelli. Raramente mi e' capitato in ogni ambito professionale di vedere una cialtronata cosi' mal organizzata, se gestissi la palestra o le mie attivita' come quella gente andrei dal culo in 3 mesi. Ovviamente lo scopo di questa supercazzola era quello di tirare su soldi in un momento in cui quasi tutti i grandi club sono alla canna del gas economicamente. Pero' chi ha obbligato la seconda squadra di Torino a dare 60 milioni lordi all'anno per 4 anni a Cr7? Ora si parla di Donnarumma e sono altri 25 lordi all'anno piu' 20 a Rajola a fondo perduto. Perche' Messi deve guadagnare 50 milioni ogni anno? Chi e' il genio che ha deciso di darne 12 a Conte? E' chiaro che con una gestione cosi' sciagurata in un periodo come questo in cui il covid ha fato terra bruciata tutti i nodi arrivano al pettine. Molti si illudono che sia stata la levata di scudi dei tifosi (sopratutto inglesi, noi italiani siamo lobotomozzati e poi se c'e' da fare casino abbiamo mille motivi piu' importanti per farlo) dei vari club che hanno inscenato manifestazioni. Sarebbe bello che fosse cosi' ma oggi i tifosi sono clienti ed il loro investimento emozionale e' visto dai club unicamente come un qualcosa per fare cassa. In realta' la cosa e' implosa perche' la politica si e' messa di traverso. Dal Boris inglese, a Macron a Draghi tutti i leader hanno fatto capire, ovviamente andando dietro a pulsioni populiste, che una cosa simile avrebbe avuto gravi conseguenze. La Fifa, la stessa che ha dato il vergognoso mondiale a novembre al Qatar, ha minacciato indignata di fare fuori le squadre partecipanti dai campionati nazionali e i loro giocatori fuori dalle rappresentative dei loro paesi. Tutto l'insieme ha spaventato i presidenti dei club che gia' pregustavano incassi lauti spingendoli ad una ridicola ritirata. Figura di merda immane da parte dell'attuale presidente della seconda squadra torinese che oramai stara' sui coglioni anche a sua madre. Il calcio resta un fenomeno popolare, siamo noi che da bambini mettavamo 2 maglioni a terra per fare le porte giocando fino a quando la luce ce lo consentiva o quando il proprietario del pallone doveva tornare a casa. Siamo sempre noi che, sulla soglia delle 60 primavere, continuiamo a portare in alto ed in campo il vessillo di una gloriosa squadra della perfida Albione, da ben 39 anni. Il calcio e' Maradona che a Napoli organizza una partita in un campo di periferia pieno di fango, cambiandosi in macchina per raccogliere fondi a favore di un bambino con problemi di salute. Il calcio non puo' essere cosa solo da ricchi, ha ragione De Zerbi, questa porcata e' stato come dire al figlio di un operaio che non potra' mai essere dottore mentre Juri Gagarin ci insegna che il figlio di una coppia di contadini puo' essere il primo uomo nel cosmo. Questa sport solo per ricchi fa schifo, in fondo lo sport e' una delle poche espressioni ancora puramente democratiche, quando si gioca si ha tutti la stessa maglia e le stesse braghette a prescindere cosa si e' nella vita reale una volta finita la partita. Lo sport deve continuare ad essere un fenomeno popolare accessibile a tutti. Cuba insegna anche questo.

“Ci sono molte situazioni letterarie nel calcio: forse la più letteraria è quella della solitudine di chi aspetta il tiro o di chi sta per calciare il rigore.
Ma ce n’è un’altra che mi ha sempre affascinato: quando la squadra sta giocando nel campo avversario e il portiere rimane solo.
Questo mi ha sempre fatto riflettere. Cosa starà pensando? Si rilassa? È tranquillo? E cosa succede quando tutti vengono verso di lui?
C’è un meccanismo mentale molto curioso, che si può intravedere nei movimenti.
Per esempio i portieri vanno sempre verso i pali, li accarezzano, si toccano i guanti per sentire la sensibilità delle mani.
È una situazione che credo sia molto letteraria. Se dovessi scrivere un saggio sul calcio mi occuperei proprio della solitudine del portiere”

Luis Sepúlveda


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