Diario di bordo fb

12/1/2021

Ciao Amici

Questa Siberia profonda in cui siamo immersi oramai da un mese non da cenno di volere finire, poi leggi che a Palermo ci sono 21 gradi e ti chiedi che cazzo ci stai a fare fra queste brume.

L'altro ieri ho fatto una lavatrice, c'era un bel sole e ho steso qualcosa fuori, dopo un ora era tutto duro sbacalito, mi sono dimenticato che siamo costantemente sotto zero.

Ho letto l'intervista del grande Juri Chechi dove afferma che la chiusura degli impianti sportivi oltre che danneggiare il corpo fa grossi danni anche alla mente in quanto fare sport, andare in palestra, e' uno sfogo importantissimo per poter scaricare le tensioni di una normale giornata di lavoro.

Ci si puo' allenare anche da casa o fuori ma non e' che tutti hanno le motivazioni che mi spingono a correre nel frizer, per me e' lavoro, pero' in qualche modo non si deve mai mollare.

Ieri sono comunque andato ad allenarmi in palestra, e' venuto anche il mio socio, abbiamo fatto il punto per la si spera prossima riapertura, scommetterei per 1 o 8 febbraio. 

Volantini da stampare, gente da avvisare, mesi da programmare, social in cui essere presenti, speriamo che sia una riapertura senza le solite notizie terroristiche (nel senso di terrore) che la tv ed i giornali spargono a piene mani in questi periodi, se il clima non si rasserena un minimo sara' duro ripartire, comunque noi ci siamo pronti e cazzuti.

Solitamente a meta' gennaio riprendiamo sempre le nostre partite acalciotto coi Villans e di conseguenza le successive cene con gli storici discorsi da dopocena, al di la' del piacere di giocare al calcio, malgrado l'eta' del dattero, sono proprio questi momenti di amicizia e socializzazione a mancarmi parecchio.

Oggi il Toro gioca a S.Siro col Milan in Coppa Italia, togliamoci il dente e pensiamo al campionato nella speranza che il maledetto mandrogno faccia qualcosa.

I tempi sono maturi...oh si...sono proprio maturi...

Saluti.

 " Nel 1950 una delegazione di monaci e funzionari che non erano mai usciti dal Tibet venne invitata a Londra per discutere cosa l’Inghilterra poteva fare per il loro paese. Venivano da un mondo povero, primitivo, ma bellissimo. Erano abituati a grandi spazi vuoti, a una natura coloratissima e loro stessi erano colorati nelle loro tuniche, nei loro cappotti e berretti. A Londra furono ricevuti con grande cortesia e portati a giro a vedere la città. Un giorno, coi loro accompagnatori, i tibetani si ritrovarono nella metropolitana. Erano esterrefatti: tutta quella gente sotto terra! Uomini vestiti di nero, con la bombetta in testa, leggevano il giornale sulle scale mobili, la folla si accalcava nei corridoi correndo per salire sui treni in partenza; nessuno parlava a nessuno, nessuno sorrideva! Il capo dei tibetani si rivolse, pieno di compassione, all’accompagnatore inglese e gli chiese: "Cosa possiamo fare per voi?" ─ Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra (2004)

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