Diario di bordo fb

20/12/2020

Ciao brava gente. 

Anche ieri il centro di Torino e' stato invaso da migliaia di persone in barba ad ogni discorso che ci siamo fatti, mi sono gia' piu' volte espresso sui miei connazionali, non e' il caso che lo faccia di nuovo anche perche' rischierei di ripetermi.

In settimana sono sceso nel capoluogo sia venerdi che ieri, ci mancavo dal 24 ottobre, amo Torino ma non ci tornerei a vivere per nulla al mondo, troppo casino, inquinamento, facce tristi, gente fuori di testa, no...la grande citta' non fa piu' per me.

Ieri comunque abbiamo fatto il pranzo di Natale coi miei Villans in attesa di poter tornare a giocare.

Quest'anno siamo riusciti a fare solo 12 partite, solitamente giochiamo almeno il doppio ma e' gia' andata di lusso cosi'.

Eravamo solo 6 ma era prevedibile, sabato a pranzo liberarsi e' un problema per molti, fra l'altro ho saputo che uno di noi, assente ieri, si e' pure preso il covid, per fortuna senza conseguenze.

Comunque faraonica mangiata di bagna cauda, questa mattina non a caso ho quella sensazione di sorcio morto in bocca che e' un classico del post bagna, bella giornata di amicizia e risate che francamente in questo difficile momento ci voleva proprio.

Ovviamente in questo anno maledetto pure il sangue di S.Gennaro non si e' sciolto, saranno credenze popolari che lasciano il tempo che trovano, da ateo trovo comunque curioso l'episodio.

Alla fine per questi giorni di festa il governo, dilaniato da mille polemiche interne che in questo frangente fanno perlomeno schifo, ha stabilito che ci saranno un po' di giorni rossi ed un po' arancioni, in questi ultimi potro' comunque almeno scendere in palestra perche' abito in un comune con meno di 5000 abitanti e il ginnasio e' a 25 km da casa mia, e' gia' qualcosa.

Oggi all'ora di pranzo gioca il Toro contro l'amico Sinisa, inutile dire che se non si vince il baratro si avvicina, questa sera gioca l'Aston Villa contro il WBA. 

Nel pomeriggio faccio e pubblico il video sul canale you tube Cuba. Saluti a tutti, non assembratevi e buona domenica.


“La famiglia di mio padre era la più povera di Cassano d’Adda. Cinque fratelli. Il maggiore entrava e usciva di galera. Papà scappò di casa perché non voleva andare a rubare. 

A Venezia si arruolò in marina e chiese di provare nella squadra di calcio. Poi scoppiò la guerra e il campionato fu sospeso. Le alternative per lui divennero la Russia o la fabbrica.  

Prima della tragedia di Superga, mio padre condusse il ‘Grande Torino’ alla conquista di 5 scudetti. Nonostante questo, per arrotondare dovette aprire un negozio dove vendeva palloni. 

Il più vivido ricordo che ho, riferito a lui, è di quando mi portava per mano a centrocampo, prima della partite. Avevo un po’ di timore di tutta quella gente, lui mi guardava e sorrideva. Poi, quando la partita stava per iniziare, correvo verso la panchina e restavo lì ad ammirarlo” 

Sandro Mazzola e il ricordo di suo padre Valentino

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