ERRATA CORRIGE


Qualche settimana fa, dopo l'ignomignosa sconfitta col Cagliari 
scrissi che, con tutto il bene che il tifoso Granata vuole a Moreno Longo, non eravamo sicuri che fosse la figura giusta per toglierci dalle secche di un campionato vergognoso.
Forse dopo piangina Mazzarri si riteneva sarebbe stato meglio un 
vecchio bucaniere della panchina.
Longo e' arrivato in un momento difficilissimo, la squadra dopo i 7 gol in casa con la Dea e i 4 a Lecce praticamente non c'era piu'.
Un presidente innominabile, una societa' fantasma, premi non pagati, giocatori scarsi e demotivati, c'era abbastanza per lasciare perdere ed andarsene.
Invece questo ragazzo del Filadelfia si e' tirato su le maniche, ha voluto al suo fianco Tonino Asta e Moretti per “granatizzare” l'impresa, piano piano sta prendendo per la mano il Toro 
portandolo fino alla salvezza.
Dopo il lockdown abbiamo giocato e perso, senza mai sfigurare, contro le prime 3 della classe, con un po' piu' di coraggio con la Lazio non si perdeva e se ci danno il rigore con l'aiutatissima Inter
per il mani di Bastoni andiamo forse sullo 0-2 e poi vediamo come finisce.
Abbiamo vinto le partite che dovevamo vincere con Udinese, Brescia e Genoa pareggiando immeritatamente col Parma dopo il rigore sbagliato di Belotti.
L'unica partita brutta e' stata col Cagliari ma ci poteva anche stare.
N'koulou e' tornato ad essere un giocatore importante, Bremer sta' 
esplodendo, Meite' sembra il fratello bravo del pippone che conoscevamo, Zaza non sara' un fenomeno ma se ne porta sempre via due e poi senza di lui si perde regolare, il Gallo segna da 7 
partite consecutive, Verdi a sprazzi ha fatto vedere il suo valore e la lista dei miglioramenti potrebbe allungarsi ancora.
Tutti noi veniamo giudicati e giudichiamo in base ai risultati che 
sappiamo portare a casa, prima di cercare un altro allenatore per la
prossima stagione vediamo come Longo arriva al traguardo con questa squadra di pipponi, poi si vedra'.
Ci eravamo sbagliati in molti, per fortuna.

Commenti

  1. Belotti inarrestabile, Torino vicino al traguardo.

    Una grossa mano ce l’aveva data la Fiorentina ieri, battendo nettamente il Lecce. Ora sono otto i punti di vantaggio sui salentini, mancano ancora tante partite, ma il calendario si fa in discesa. Oggi partita tirata, ma a parte la prima mezz’ora il Toro ha sofferto poco. Si sapeva che il Genoa ha schemi e buoni giocatori davanti ma in effetti la difesa è forse peggiore della nostra. Solissimo Bremer colpisce una volta, e va fuori, ricolpisce dopo pochi minuti e la insacca. Su angolo di Verdi, tornato troppo fermo ma dal piede pungente. Bravo Sirigu all’inizio, altrettanto Perin in uscita disperata sul Gallo. Ma anche ad inizio del secondo tempo troppo basso il ritmo del Genoa. Meite ci va a nozze, Ansaldi mostra tutta la sua condizione precaria, dietro N’Koulou torna leader. Raddoppio di Lukic, con il Gallo uomo assist, e il giovanotto serbo che la mette proprio all’incrocio. Gran gol. Poi dopo aver corso per 93 minuti, essersi battuto su ogni palla, Belotti inventa un gol fantastico. Partita finita, salvezza conquistata o quasi. Mancano 3 punti, forse 4. Una nota che merita di essere sottolineata: gli abbracci alla truppa di Asta dopo il primo gol. La commozione di Longo, con tanto di giustificata bestemmia, e gli occhi lucidi di Moretti. Ecco Asta, Longo e Moretti sono stato il Toro in questi mesi. Sono stati staff tecnico e società. Poi i giudizi di merito e capacità li daranno altri. E’ servito anche Zaza, fastidioso ma combattivo, al solito ingenuo Lyanco a farsi trascinare nella guerriglia, bravo Longo a levarlo per Izzo. Certo era il Genoa, che se sta lì in classifica ci sarà un motivo. Ma gli spareggi per la salvezza non hanno regole. Il Genoa domenica in casa può chiudere il discorso, battendo il Lecce in casa. A noi mancano 3 o 4 punti, Spal, Verona, le partite alla portata. Si chiudesse in maniera dignitosa sarebbe almeno un bel gesto verso i tifosi.

    A Torino tra caldo, crisi, salvezza che non arriva mai, covid che forse torna, si è scatenata di nuovo la caccia al Presidente. Nel senso la cacciata di Cairo e la ricerca di un degno sostituto. Io come voi attendo notizie. Ma parto da due presupposti, Urbano esce dal covid più forte di prima, sta bene economicamente, non deve cedere. Quindi niente speranze al ribasso. Questo non vuol dire che non si cambierà, niente è per sempre. Ma io di commentare voci che vanno da Luxottica al proprietario del ristorante del Cambio sinceramente non me la sento.

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  2. "Un giorno stavamo vincendo 2-0 e feci entrare Baggio 10 minuti prima del fischio finale.

    Mi disse: "Mister, ma non è meglio un difensore per coprirci!?"

    Gli dissi: "Robbè, a me la vita me deve insegnà solo a morì. Fatte da quella palla e non farla vede più agli avversari."

    Entrò in campo, si mise a disposizione e per 10 minuti la palla ce l'aveva sempre lui. Questo era Baggio. Un talento naturale, un campione universale, che pensava solo al bene della squadra. Quando hai un giocatore del genere in squadra, non servono difensori per amministrare il risultato. Basta mettere la palla chiusa a chiave in cassaforte. Palla a Baggio e buonanotte a tutti."

    Carlo Mazzone

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