CHE MONDO!


Come ci siamo ridotti cosi?
Come e' stato possibile che molti abbiano rinunciato al sogno, al mito, alla possibilita' di sentirsi orgogliosi della propria auto, la propria moto, il proprio modo di vestire?
Il mondo davvero sta' marciando sottosopra.
Quando ero un ragazzo era tutta una gara a distinguersi dalla massa, c'erano i cremini coi loro Loden, i paninari con i Mooncler,i compagni coi loro eskimi e le Clark ai piedi, magari la sciarpa 
palestinese al collo, i fasci coi loro giubbotti di pelle (che per inciso mettevo anche io, sopratutto quello della Raf comperato coni risparmi della paghetta), poi c'erano quelli come me a cui 
piacevano le cose che non andavano di moda come i giubbotti universitari americani che metto ancora oggi con infinito piacere.
Facevo sport, judo e calcio, vedevo i film, amare quel tipo di abbigliamento, oltre ai jeans e agli stivali di pelle divenne una cosa quasi naturale.
Da ragazzino sognavi la moto per fare il figo con le ragazze, in famiglia i soldi erano queli che erano e poi ai miei l'idea della moto non piaceva, mi accontentai di una specie di Ciao, meglio che niente.
A 17 anni iniziai a lavorare, divenni totalmente indipendente in ogni tipo di scelta.
Pero' davvero cercavamo di distinguerci, magari in modo un po' infantile ma essere fuori dal branco era quasi una necessita' fisiologica, cercavi la tua individualita', il tuo voler far vedere che 
avevi delle idee, degli stili di vita.
Se mi avessero proposto un cazzo di monopattino elettrico mi sarei messo a ridere e vergognato come un ladro nel farmi vedere in giro.
Non mi venite a raccontare che si tratta di motivi economici perche' quei tristi aggeggi costano, poi al limite si risparmia qualcosa in piu' e ci si compera uno scooter...altro che 
monopattino elettrico.
Poi la gente si lamenta se la propria moglie o fidanzata....si prende certe 
liberta' e si guarda in giro...cazzo vai in giro con quei cosi...😅
Che mondo amici miei, che mondo...

Commenti

  1. nel vedere una squadra che supera pochissime volte la metà campo per ottanta minuti e il malumore dei tifosi granata è comprensibile e condivisibile; però chi si aspettava di più da questo Torino, in questo momento e contro un avversario della qualità della Lazio, probabilmente ha capito ben poco della situazione attuale. La squadra granata, con la sua rosa così scarna, decimata e povera di qualità, è tra le peggiori di questo campionato e lotterà fino alla fine per la salvezza. E’ un dato di fatto: nel 2020 sono 8 le sconfitte del Torino. Solo la Spal ultima in classifica ha fatto peggio (9). E sono 16 (!) su 29 le partite perse quest’anno. La realtà va guardata in faccia e bisogna dire che contro un’avversaria di tali ed enormi qualità, nelle condizioni in cui è la squadra granata (con 7/11 titolari in quattro partite negli ultimi dieci giorni), difficilmente ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. In trincea davanti a Sirigu con voglia di lottare, sperando nella buona sorte, senza fronzoli e con umiltà. Chiaro che non è bastato e non poteva bastare contro una Lazio che in questo campionato ha recuperato 22 punti da situazioni di svantaggio, al pari dell’Atalanta: nessuno ha fatto meglio.
    A un certo punto sarà inevitabile il momento dei processi ma non è questo, in casa Toro ora bisogna portare a casa la pelle. Gli uomini di Longo almeno questo sembra lo abbiano capito, grazie al lavoro del tecnico, e hanno giocato una partita dignitosa – parlando di agonismo e organizzazione – per quella che è la (poca) benzina nelle loro gambe. Non è certo stata questa la peggior serata dell’anno e ben altri sono stati gli episodi inaccettabili. Impossibile accontentarsi di quanto visto ma altrettanto insensato è scandalizzarsi per come è andato questo match. Ora c’è il derby, che questo Torino deve giocare da Toro, per l’onore della propria gente e per evitare brutte figure che nuocerebbero a tutti. Poi, ci sarà la partita della vita in casa con il Brescia. Lì sì che ci si giocherà tutto. E la metà campo andrà superata eccome.

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