MENNEA
Alcuni giorni fa ho rivisto la finction su Pietro Mennea, prodotta da Luca Barbareschi che ricopriva nello sceneggiato anche il ruolo di Vittori, storico allenatore del campione. Si tratta di un bello spaccato sulla vita degli anni 70/80, di un ragazzo del sud di umili origini dotato di un discreto talento ma non in misura eccessiva che, grazie ad una forza di volonta' esagerata ha raggiunto, nello sport come nella vita, risultati eccezionali. Mi e' capitato recentemente di vedere le sue tabelle di allenamento, semplicemente mostruose ed improponibili agli atleti di oggi. Lo sceneggiato mette anche in risalto la gestione mafiosa della Fidal dell'epoca in mano a Primo Nebbiolo. Il tutto nasce nel 1970 alle olimpiadi di Monaco, dove Pietro ventenne vinse la medaglia d'argento, olimpadi tragiche per l'uccisione di alcuni atleti israeliani da parte di un commando palestinese. Dopo quella olimpiade iniziano i problemi fra Mennea e la Fidal tanto che il suo allenatore viene allontanato e Pietro dovra' per lunghi periodi allenarsi da solo. Si intreccia anche la vita sentimentale con Manuela conosciuta ai tempi dell'universita' e che sara' la sua compagna della vita. Alle olimpiadi del 1974 Pietro arriva quarto, risultato ritenuto da lui poco soddisfacente. Mettendo con le spalle al muro la Fidal ottiene di riavere Vittori e si prepara per il record del mondo nel 200 che otterra' allle Universiadi di Citta' del Messico con 19'72' nel 1979 che restera' record mondiale fino al 1996 e che e' ancora record europeo oltre che italiano. Nel 1980 l'Italia, a seguito dell'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Unione Sovietica, decide inizialmente di disertare le olimpiadi di Mosca salvo poi, su insistenza dello stesso Pietro che minaccia il ritiro dall'attivita', lasciare a casa gli atleti militari partecipando coi civili ma senza bandiera ed inno. Pietro vince l'oro nei 200 con una rimonta pazzesca su Wells. A fine carriera, dopo aver partecipato a 5 olimpiadi ottiene 4 lauree e sara' europarlamentare, non male per un ragazzo del sud di umili origini. Il destino ed un brutto male se lo portano via nel 2013. Uno degli atleti piu' grandi che il nostro sport abbia mai avuto che ha dovuto sempre lottare contro tutto e tutti.
Da La gang degli atleti disagiati
RispondiElimina"Guarda ti racconto un aneddoto. Mi hanno invitato ad un convegno sull'alimentazione ad Avellino, anni fa. Avevano invitato un sacco di medici, tutti specializzati sull'alimentazione. Allora, ognuno nella sua relazione spiegava: 22gr di carboidrati prima dell'allenamento, 36 dopo l'allenamento, 15gr di sali durante i pasti. Spiegavano tutti questi fabbisogni prima, durante e dopo l'allenamento.
E mi ricordo che a quel convegno quando arrivai, tutti amici miei, saluti <>. Si erano inventati una professione su questo modo di spiegare ed indicare. Arrivai, feci anche io la mia relazione e dovevo spiegare la mia alimentazione quando stabilii il record del Mondo a Città del Messico. In quella settimana io stabilì 12 record fra Mondiali, Europei e Italiani. Allora, quando partiva la squadra azzurra si portava dietro una forma di parmigiano reggiano, pasta italiana e delle scatole di pelati. Noi abbiamo mangiato lì per 20 giorni pasta al pomodoro con il parmigiano che, tu tagliavi la forma, diventava due mezze forme, tu prendevi il parmigiano lo grattugiavi, e come terzo mangiavi di nuovo il formaggio. Una fetta di carne, acqua minerale e noi per 20 giorni abbiamo mangiato così. Verso la fine, il parmigiano all'interno delle 2 mezze forme era finito. Allora per condire la pasta tu cucinavi e buttavi la pasta nella mezza forma. Era più saporita. Diventava più saporita!
Allora ho raccontato questa esperienza. Finito il convegno non m'ha salutato più nessuno. Me ne andavo e tutti si scansavano. Ero diventato un lebbroso!
Pensa che io ho fatto il record italiano allievi a Salerno, nel '69, 10"8, a mezzogiorno avevo mangiato 3 piatti di pasta al forno, perché a Salerno fanno una pasta al forno che è la fine del Mondo. Sono andato in pista e ho fatto 10"8, era il record italiano. Ammazza dissi, qui la pasta al forno è buona assai."