VALGIOIE

Sono nato e cresciuto a Torino, dove ho vissuto fino a circa i miei 40 anni anche se per lunghi tratti la mia dimora e' stata una stanza in giro per il mondo lavorando nei villaggi turistici.

Quando pero' decisi di mettere su un qualche cosa che assomigliasse a delle radici decisi di farlo lontano da una grande citta', anche se restero' sempre un cittadino, forse i tanti anni in luoghi tutto sommati solitari e tranquilli dove lavoravo mi hanno fatto venire la voglia di posti senza troppo casino.

Non a caso a Cuba vivo a Las Tunas, 700 km dall'Avana.

Quindi direi in modo del tutto casuale sono finito, 20 anni fa a vivere a Valgioie, piccolo comune a 6 km da Giaveno e 35 dal capoluogo torinese.

In modo del tutto casuale magari non proprio del tutto, la mia famiglia da parte di padre arriva da Selvaggio, altro piccolo comune fra Giaveno e Coazze.

Non ho nessuno da queste parti, nessun parente pero', come diceva Pavese un paese bisogna pur avercelo non fosse altro che per lasciarlo, quindi forse c'e' stato un richiamo del sangue, o perlomeno mi piace pensarlo.

Valgioie e' un piccolo comune a 900 metri di altezza, diviso fra una dozzina di borgate, nel chiamiamolo “corpo centrale” oltre all'immancabile chiesetta c'e' il comune, una minuscola scuola, un negozio di montagna che in realta vende un po' di tutto ed un bar che apre i giorni che vuole e all'ora che vuole.

Meta di seconde case dei torinesi per decenni, ora molte di loro in vendita a causa dei costi oramai diventati pesanti di utenze e di tutto il resto, a cio' aggiungiamo il fatto che, a differenza di quando noi eravamo ragazzi, oggi i figli in queste case non ci vengono quasi mai.

Io vivo in un piccolo complesso residenziale, ci sarebbero 12 appartamenti in mezzo ad un piccolo parco, ma ci viviamo in pianta stabile in 2, altri 2/3 si palesano in estate gli altri praticamente mai, la riunione di condominio e' l'ultimo sabato di agosto e dura 20 minuti.

Pero' nel 2021 gli abitanti del mio paese sono passati da 920 a 980, percentualmente un aumento considerevole.

Le ragioni di questo aumento sono varie, intanto da queste parti da marzo a novembre si sta da Dio, (cosa che non ha nulla a che vedere col fatto che 4 km sopra la testa abbiamo la Sacra di S.Michele, abbazia medioevale) mentre in inverno diciamo che occorre essere attrezzati, sopratutto se nevica.

Molti lasciano la citta' una volta arrivati all'eta' della pensione e questo e' un piccolo paradiso, dove pero' per muoversi occorre un auto, anche perche' i negozi per una spesa seria sono a Giaveno, quindi e' pieno di ottantenni che sfecciano sulla loro Pandina a 60 kmh in seconda marcia...

Poi con lo smart working non importa dove vivi, quindi tanto vale spostarsi in luoghi belli piuttosto che respirare merda in una grande citta'.

Uno di noi, un Villans amico di sempre e per sempre, con la moglie ed un altra coppia da maggio a settembre nel 2021 hanno affittato un appartamento in Sardegna passandoci 4 mesi e lavorando praticamente a riva mare, poi il mio amico l'appartamento l'ha pure comprato.

In estate poi da queste parti e' tutto un fiorire di sagre, feste, mangiate, ogni occasione e' buona per mettere le gambe sotto un tavolo.

Non e' raro specialmente di notte imbattersi in caprioli che ti attraversano la strada, piu' pericoloso il discorso coi cinghiali mentre si dice che ci siano anche dei lupi, anche se di questo non sarei del tutto sicuro.

Comunque e' una tendenza, cercare di lasciare luoghi dove lo stress e lo stile di vita sono complicati per venire in un comune come il mio dove la qualita' della vita e' decisamente migliore.

Poi certo...per i ragazzi i divertimenti sono quelli che sono, ma non si puo' nella vita avere tutto.

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