Diario di bordo
29/5/2021
Come vi accennavo nel pezzo precedente oggi pomeriggio si conclude la prima settimana da ex fancazzista non vaccinato.
Riprendere il lavoro in palestra non e' soltanto un ritorno alla normalita' ma anche alla giusta routine che deve accompagnare la vita di tutti noi.
Dai 40 anni in poi mi sono goduto un pezzo di eventuale pensione ogni anno, per questa ragione se ci andro' in futuro sara' solo un mero atto amministrativo, non ho alcuna intenzione di smettere di fare cio' che mi piace.
Buona ripresa malgrado che giugno non sia esattamente il mese ideale per il mio settore, inizia il calo estivo che pero' quest'anno sara' mitigato dalla voglia di tornare ad allenarsi da parte della gente dopo 7 inutili mesi di chiusura.
Giovedi' mattina ho fatto il vaccino, la prima dose di Pfizer, la seconda sara' il 3 luglio.
Pur non essendo esattamente una fighetta ho manifestato qualche sintomo, un po' di stanchezza alla sera, unita a quella della ripresa della routine lavorativa, qualche dolorino alla spalla dove me lo hanno fatto, una sensazione di spossatezza ma nessuna febbre.
Anche ieri sera nella consueta partita di calciotto del venerdì avevo meno gamba per correre.
Non ho mai avuto alcun dubbio sul fatto di farlo, senza vaccino non ci faranno uscire da questo incubo.
Ho alcuni amici che operano nel settore sanitario come medici od infermieri, mi hanno sempre detto che sintetizzare un vaccino per debellare un virus avrebbe preso anni, quindi come hanno affermato anche i ricercatori cubani questi vaccini non sono altro che modificazioni di precedenti che gia' esistevano.
Un po' come quando a militare ci facevano il punturone sulla tetta, Dio solo sa cosa c'era in quel siringone, quello che so e' che per 10 anni ed oltre non solo non mi sono preso una influenza ma non mi e' mai anche solo colato il naso grazie alla potenza di quel fluido misterioso.
Il Toro ha annunciato Juric come allenatore, potrebbe venire anche Guardiola, se il mandrogno non apre i cordoni della borsa rimarremo la triste squadra di questi ultimi 2 campionati.
Saluti.
“Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d'élite, relegato alle scatole d'oro dei teatri d'opera. E anche quand'ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio… Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato”
Carla Fracci
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