NEGAZIONISTI DI STA CIPPA

 

Ci mancavano solo quei sottosviluppati mentali dei negazionisti. Il mondo si avvia verso il milione di morti per Covid e la nostra presunta democrazia permette ad un branco di fascistoidi di imbrattare una piazza romana. Dovevano essere una moltitudine, alla fine erano un migliaio, comunque sempre un migliaio di troppo. Ha senso una democrazia come la nostra? E' lecito concedere piazze, mobilitare forze dell'ordine e personale vario per 4 imbecilli che si sentono in dovere di insultare tutti coloro che in questa pandemia hanno perso la vita e i tantissimi che si sono prodigati, negli ospedali, ed altrove, per cercare di arginare la marea? Ho visto l'intervista con un poliziotto, alla domanda sul perche' non sono intervenuti visto che nessuno aveva la mascherina ha risposto che non potevano farlo perche' sarebbe successo un casino. Cosa cazzo vuol dire? Allo concediamo tutto, permettiamo a quell'altro decerebrato di Salvini di fare meeting, comizi, cortei, adunate dove si sta' tutti pigiati senza protezione e poi rifiliamo 400 euro di multa e 5 giorni di chiusura al barista che, dietro al bancone, si abbassa per un attimo la mascherina. La polizia non interviene in questo caso, ma carica i dimostranti che protestano perche' le montagne della Val Susa non siano violentate per una inutile Tav. E' giustizia questa? Una parlamentare eletta nei 5 stelle, che poi ha abbandonato (probabilmente per tenersi tutto lo stipendio da deputata) arringa la folla da un palchetto, ma come cazzo hanno fatto le selezioni su chi candidare i pentastellati? Il fascismo e' bandito dalla costituzione cosi' come la sua apologia, perche' c'e' chi fa il saluto romano e la passa liscia? Dobbiamo far passare il tutto in cavalleria come se fosse normale? E' questa l'Italia che ci hanno consegnato i Partigiani con la Resistenza sacrificando la propria vita e la gioventu'? Questo stato, questo governo ma anche questa opposizione che fanno la voce grossa coi deboli e si accucciano di fronte ai forti mi fanno davvero schifo. Gente che aspetta la cassa integrazione da mesi e la FCA che in 3 giorni ha avuto tutte le garanzie statali per il prestito. Ora ci mancavano solo questi negazionisti di sta cippa.

Commenti

  1. Sono circa 500 le persone che in questo momento si sono radunate a Roma, in piazza Bocca della Verità, per protestare contro la ‘dittatura sanitaria'. La maggior parte senza mascherine (alcuni però la indossano), portano cartelli come ‘No al racket dei vaccini', ‘Fuori la mafia dallo Stato', ‘andrà come dicono loro', ‘No verità, no libertà'. Sulla piazza, l'enorme striscione affisso dai manifestanti del cosiddetto ‘Popolo delle Mamme' (sponsorizzato fortemente dalla sigla di estrema destra Forza Nuova), che recita ‘Noi siamo il popolo'. Al momento i manifestanti sono circa 500: numeri attualmente ancora lontani da quello di manifestazioni come quelle di Berlino, che hanno visto la partecipazione di moltissime persone.


    "Le mascherine vanno buttate: con questo caldo sono un terreno di coltura per i germi davanti a bocca e naso. E sono collegate ad iperacidosi, favorita dall'aumento dell'anidride carbonica". Lo ha dichiarato all'Adnkronos Pasquale Mario Bacco, medico legale e ricercatore, componente dell'associazione ‘L'Eretico', oggi a Roma per protestare contro le misure anti-covid. "Non siamo negazionisti del virus, ma di come ce lo hanno raccontato. Le mascherine all'aperto non servono vanno usate solo se si entra in contatto con malati e anziani, che sono il target di questo virus". E sugli asintomatici: "Se sei asintomatico non sei malato, la carica virale è ridotta e non hai un'alta capacità infettante". E conclude: "Non possiamo vivere circondati dal plexiglass. E poi mi chiedo: che senso ha la misura sulle mascherine dopo le 18? È un virus, non una zanzara". Bisogna specificare che l'obbligo di mascherina dopo le 18 vale solo per i luoghi dove c'è rischio di assembramento. L'orario poi, è stato scelto proprio perché da quell'ora le persone – soprattutto i giovanissimi – escono per andare a fare passeggiate e aperitivi.

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  2. MASSIMO RECALCATI
    Marce negazioniste no-Covid si susseguono in diverse regioni del mondo mentre l’epidemia continua a seminare malattia e morte. L’appello alla libertà calpestata dal biopotere risuona come un mantra non solo tra le masse ma anche tra illustri intellettuali.
    Nelle adunate no-Covid esso si contorna, più o meno delirantemente, da motivi ideologici, primo fra tutti quello dell’accusa dello Stato liberticida, dell’abuso di potere, del rischio di un ritorno totalitario reso possibile dal prolungamento politico, non necessario ma solo strategico e strumentale, dello stato di eccezione. In questa manifestazione sintomatica gli estremismi politici si toccano non senza sollevare un effetto perturbante: colpisce dover notare che l’irritazione di fronte alle misure sanitarie di sicurezza assimilano discorsi che trovano la loro ispirazione in ideologie profondamente antagoniste. Eppure la retorica libertaria sembra essere proprio la stessa: il riferimento al pericolo Covid trasforma le nostre democrazie in maschere inquietanti di uno stato totalitario. Mettere ancora la mascherina, esigere ancora il distanziamento sociale, non considerare ancora del tutto vinto il virus significa avallare un esercizio autoritario del potere che comprime i nostri inalienabili diritti, significa autorizzare una pratica politica chiaramente liberticida.
    Si tratta, a mio giudizio, di una critica che ha come suo fondamento una versione ciecamente individualistica della libertà che non tiene conto di nessun criterio di solidarietà e di condivisione e che, non a caso, ha avuto i suoi massimi e sciagurati rappresentanti internazionali in Donald Trump e Jair Bolsonaro. Il teppismo politico irresponsabile di questi due tragici leader ha una matrice fantasmatica che potremmo grossolanamente definire puberale-adolescenziale: «La morte e la malattia non esistono e se esistessero non mi riguarderebbero; l’onnipotenza della mia immagine è immune ad ogni rischio; se qualcun altro invece viene colpito fa parte del gioco ma questo fatto non determinerà la fine del gioco di cui io resto padrone». Come, dunque non vedere il nesso tra questa matrice fantasmatica che annebbia i sostenitori della retorica liberticida e quella che incendia, in questa difficilissima estate, le risse pre-politiche tra i giovani, la tendenza alla scarica pulsionale violenta che prende le forme erratiche dell’insofferenza e della protesta aggressiva verso tutto ciò che rappresenta l’ordine pubblico, la necessità del limite, il rispetto della legge?
    Se il trauma del Covid ci ha obbligato ad essere adulti, ad avere una visione della vita che non può restringersi a quella del nostro Ego, a verificare l’impotenza delle nostre azioni individuali se non concertate con quelle del nostro prossimo, questa recente e nuova ondata anti-politica mostra, ancora una volta, quanto sia antropologicamente difficile vedere al di là della nostra vita individuale, cogliere la dimensione solidale della libertà, rispettare la dimensione collettiva del legame sociale. Non a caso l’attitudine negazionista appartiene clinicamente al tempo dell’adolescenza patologica dove il reclamo assoluto della propria libertà appare sganciato da ogni riferimento etico a quello della responsabilità considerato solo come una impostura per imbrigliare la forza in sé indomabile di una libertà che non vuole sottomettersi a nient’altro se non a se stessa e che, soprattutto, respinge di assumere le conseguenze dei propri atti.
    Ecco nuovamente spiccare i paradigmi di Trump e Bolsonaro. Le loro sconsiderate scelte politiche hanno generato conseguenze di morte e di distruzione che hanno falcidiato i loro popoli. Il loro teppismo politico non è allora psicologicamente diverso da quello che ispira l’inclinazione alla rissa, al distruggere tutto, alla scarica aggressiva fine a se stessa, al rifiuto della legge che hanno sempre contrassegnato la dimensione, insieme disperata e onnipotente, dell’adolescenza patologica.
    in “la Repubblica” del 11 agosto 2020

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