ESTATI
La notizia della chiusura delle discoteche ha gettato nella disperazione, oltre agli operatori del settore, decine di migliaia di giovani che, in estate sopratutto, amano frequentare quei luoghi.
Ho gia' espresso il mio parere, malgrado sia stato un animatore per decenni le disco non solo andavano chiuse ma neanche dovevano aprire, in questo maledetto contesto virale.
Pero' come sono cambiate le cose...
Non sono uomo che ama indugiare sul proprio passato, c'e' tutto un futuro da vivere, pero' quante cose, nelle nostre estati da ragazzi, potevamo fare e che ai ragazzi di oggi sono negate.
Intanto giocare al pallone in mezzo alla strada, c'erano poche macchine, la gente era in vacanza e potevi avere la via tutta per te, oggi la stessa via e' soffocata dalle auto 12 mesi all'anno e se si prova a far rimbalzare un pallone c'e' sempre la stronza del secondo piano che chiama i vigili.
Al mare potevamo passare le notti in spiaggia...non so piu' quante volte, con la fanciulla di turno, ho passato le nottate intere godendomi le stelle e poi l'alba in buonissima compagnia.
Oggi oltre a vagabondi e sbandati rischi di prendere una marea di mazzate dai coglioni di turno che escono ubriachi dal locale e la fanciulla rischia conseguenze ben piu' serie.
Se ti va bene arrivano vigili o vigilanti e ti fanno una multa salata.
Quanti' falo' in spiaggia ho vissuto in quegli anni e poi anche dopo, ad inzio anni 90' quando gia' lavoravo nei villaggi in Sicilia e Sardegna, una sera a settimana dopo lo spettacolo, per chi voleva, facevamo il falo' con annessa bruschetta con acciughe o spaghettata, anche in questi casi era difficle che finissimo la serata da soli, funzionava cosi' e senza neanche chissa' quale merito da parte nostra.
Oggi se provi ad accendere un fuoco in spiaggia arrivano carabinieri, vigili urbani, capitaneria di porto e guardia costiera accusandoti di fare segnalazioni alle barche degli scafisti al largo.
Come ho detto nessun rimpianto per quegli anni andati, e' il ciclo della vita, soltanto la consapevolezza di aver goduto momenti a cui i ragazzi di oggi non possono accedere.
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